Hasankeyf, gli ultimi giorni di vita di un villaggio millenario

 

IT

Hasankey era un villaggio millenario attraversato dal fiume Tigri e situato nel sud-est della Turchia, a circa 150 chilometri dal confine siriano. Il villaggio è stato chiuso nell'ottobre 2019 a causa della costruzione della diga Ilisu, oggi completata e in funzione. Nel giro di pochi mesi Hasankeyf è stato sommerso dalla acque della diga assieme ad altri centinaia di villaggi presenti nel territorio curdo del Bakur. Secondo il governo turco la diga serve per la produzione di energia elettrica ma studi indipendenti hanno dimostrato come, sfruttando l'energia eolica e solare, si sarebbe potuto produrre il 5,5% di energia elettrica necessaria per il fabbisogno nazionale. Una delle ipotesi più accreditate vorrebbe la costruzione della diga come modo per controllare il flusso del Tigri a proprio piacimento, così da poter ricattare gli altri stati limitrofi: Siria e Iraq. 

Abitato fin dai tempi del Neolitico, il villaggio di Hasankeyf deteneva nove dei dieci requisiti stabiliti dall’Unesco per essere inserito nel Patrimonio Mondiale dell’Umanità. Questo avrebbe potuto salvarlo dal suo triste destino ma il Ministro del Turismo non ha mai presentato una simile richiesta. Alcuni monumenti che ne testimoniavano la storia millenaria sono stati spostati, altri sono stati sommersi. I suoi abitanti, dopo aver dovuto dissotterrare i propri defunti e averne spostato le tombe, sono stati costretti a trasferirsi in una nuova città, distante circa tre chilometri dalla vecchia. Ma questo sistema non ha funzionato per tutti e ha creato condizioni di estrema emergenza: sono stati in molti a non aver avuto diritto a una nuova sistemazione. Hasankeyf è la testimonianza di una comunità umana sradicata che ha tentato di difendere la propria identità e le proprie radici fino all'ultimo. 

 

EN

Hasankeyf was a 12.000-years-old village built around the banks of Tigris river in south-east Turkey, around 150 km away from the Syrian border. The settlement was closed on October 2019 when the construction of the Ilisu dam was finalized. Withim few months, Hasankeyf and 198 villages in Bakur - the Kurdish province in Turckey -were submerged by Ilisu's water. The demonstrated that the aeolian an solar energy would have generated 5,5% of energy needed by Turkey. It's believed that the dam is actually an instrument used by the Turkish Government to control Tigris'flow and to blackmail two neighboring State: Syria and Iraq. 

Settled since Neolithic age, Hasankeyf fulfilled 9 out 10 criteria requested to be enlisted as a world heritage site, but the Turkosh Minister of Tourism never sent the request to the UNESCO Committee. Some monuments wee moved to an another location in order to be saved, but others will be forever under water. 

Its inhabitants, forced to dig up their loved ones' graves and to bury them again somewhere safe, had to move in a new city built by the Government 3 Km away from the ancient village. But this solution didn't work out well, as not everyone got a new house. Despite all of that, Hasankeyf  remains the symbol of people who tired preserve his ownidentity till the last breath. 

 

 

 

 

 

 

San Lorenzo, il paese nella città

Ho sempre avuto difficoltà nel collocare geograficamente il quartiere di San Lorenzo a Roma. Qui sembra di essere altrove: un paese all'interno della città, un mondo a sé, complesso e vivo, che suscita in me nostalgia di tempi mai vissuti. E così mi perdo spesso per il reticolato delle sue vie, tra i suoi piccoli grandi segreti, nelle due realtà distinte del giorno e della notte, nella coesistenza tra antico e moderno, nel suo forte senso di comunità e solidarietà. Esprimo un desiderio come nella sua notte: non voglio veder sparire la sua identità. Terra di ferrovieri, artigiani e piccoli imprenditori. Terra di artisti, ma di quelli veri. Di quelli che conta prima il merito, e poi forse la fama.

 Qui muri e strade parlano meglio che in altri luoghi, ma solo se li si vuole ascoltare. Narrano storie di ferite mai rimarginate e anime segnate, ma anche di rinascita e sogni realizzati. Il quartiere che resiste, il quartiere che non dimentica. A San Lorenzo, nel bene o nel male, accade sempre qualcosa.

Hebron, la città divisa che resiste all'occupazione 

IT

Nella città palestinese di Hebron, tra checkpoint, divieti di accesso e perquisizioni, i palestinesi sono costretti a vivere sotto la legge militare di Israele. La città, l'unica di tutta la Cisgiordania ad avere insediamenti ebraici al suo interno, è stata divisa in due zone, H1 e H2, dopo il massacro dei fedeli musulmani avvenuto nel 1994 all'interno della Tomba dei Patriarchi. La prima zona, amministrata dall'Autorità nazionale palestinese, comprende l'80% del territorio cittadino, la seconda corrisponde all'area in cui 800 coloni vivono a stretto contatto con 40mila palestinesi, limitati nei loro spostamenti e costretti a passare giornalmente rigidi controlli di sicurezza. La vicinanza tra le due comunità crea forti tensioni: gli scontri quotidiani tra coloni israeliani e soldati e civili palestinesi vanno dagli insulti agli omicidi. 

 

EN 

In the Palestinian city of Hebron, Palestinians are forced to live under Israeli military rule among checkpoints, closed streets and personal searches. The city, the only one in all West Bank with Israeli settlements inside it, was divided in two areas, H1 and H2, after the 1994 Muslim prayers' massacre inside the Cave of Patriarchs. H1, under Palestinian Authority's control, is about the 80% of the city; in H2 800 settlers live side-by-side with 40.000 Palestinians who can't move freely. The forced coexistence between the two communities is not easy: daily clashes between settlers or Israeli soldiers and Palestinians can sometimes degenerate into homicide.